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Ilaria Salis, neoeletta europarlamentare per AVS, grida dal web uno slogan che vuole scuotere le coscienze sul diritto alla casa e mettere i puntini sulle i su una questione personale che la vede debitrice di 90mila euro all’Aler per una presunta occupazione: “mai più gente senza casa, mai più case senza gente”. Lo urla nella chiusura di un post sul suo profilo Facebook in cui “confessa” di essere stata una militante del Movimento di lotta per la casa che negli anni ha dato battaglia sul tema del diritto all’abitare, a Milano e in tutta Italia. E che è noto all’opinione pubblica come uno di quei  gruppi che occupano gli appartamenti sfitti.

“Se qualcuno pensava di fare chissà quale scoop scavando nel mio passato – ha scritto provocatoriamente in risposta alle notizie circolate appena prima delle elezioni su una sua presunta occupazione di una casa sfitta dell’Aler a Milano – è solo perché è sideralmente lontano dalla realtà sociale di tale movimento, che si compone di decine di migliaia di abitanti delle case popolari e attivisti, i quali, per aver affermato il semplice principio di avere un tetto sulla testa, sono incappati in qualche denuncia”.

BASTA GETTARE FANGO SUL MIO CONTO

Una stoccata, di conseguenza, all’informazione che la Salis invita: “piuttosto che gettare fango sul mio conto, si dedicasse al contesto di grave povertà e precarietà abitativa nel quale si ritrovano ampie fasce di popolazione. Le pratiche collettive dell’occupazione di case sfitte, il blocco degli sfratti, la resistenza agli sgomberi, gli sportelli di ascolto e la lotta per la sanatoria rappresentano un’alternativa reale e immediata all’isolamento sociale e alla guerra tra poveri, strumentalizzate tanto dalle forze politiche razziste quanto dal racket”.

L’ACCUSA DI SALIS ALLA POLITICA INEFFICACE SUL TEMA DELLLA CASA

Sotto accusa c’è la politica istituzionale rimproverata dalla giovane, appena rientrata a Monza dopo 15 mesi di prigionia, di incapacità nel dare risposte al problema sociale e di garantire la giustizia sociale. Da qui il “grande orgoglio” con cui Salis ha detto di rivendicare la sua attività all’interno del movimento. Con un passo in più, quello di “continuare a sostenerlo”.

SALIS E IL CASO PERSONALE DELLA CASA OCCUPATA

 

L’episodio che riguarda direttamente Salis e la presunta occupazione di una casa a Milano è stato raccontato dagli organi d’informazione negli ultimi giorni, nei quali si è parlato di un possibile pignoramento dello stipendio da europarlamentare della neoeletta per coprire il debito dichiarato da Aler. In merito la Salis dice: “Aler reclama un credito di 90.000 euro nei miei confronti come “indennità” per la presunta occupazione di una casa in via Giosuè Borsi a Milano, basandosi esclusivamente sul fatto che nel 2008 sono stata trovata al suo interno. Sebbene nei successivi sedici anni (!) non siano mai stati svolti ulteriori controlli per verificare la mia permanenza, né sia mai stato avviato alcun procedimento civile o penale a mio carico rispetto a quella casa, Aler contabilizza tale credito e non si fa scrupolo a renderlo pubblico tramite la stampa il giorno prima delle elezioni”.

La chiosa della Salis è tutta in chiave sociale sulle persone che non vedono garantito il “diritto all’abitare” e con l’annuncio di una serie di dati e spunti di riflessione sulla questione abitativa a Milano e in Italia, a breve. Come dire: restate connessi.

 

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