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Nel giorno in cui l’inflazione europea si è confermata nel mese di maggio allo 0,2%, in discesa dallo 0,6% del mese precedente, è stata una nuova giornata positiva per i mercati azionari del Vecchio Continente che hanno chiuso le contrattazioni in generale rialzo.

In questo contesto il FTSE Mib ha terminato la seconda seduta dell’ottava nei pressi dei 33.300 punti, sopra i quali sono possibili ulteriori allunghi verso i 33.500-33.550 punti e a seguire i 33.700-33.750 punti. Al contrario un ritorno sotto i 33.300 punti, tornerebbe ad indebolire il quadro grafico del nostro mercato, con possibili discese verso i 33.000 punti.

Tra i titoli che che nella seduta odierna si sono messi in luce a Piazza Affari troviamo Unicredit, anche in scia ad alcuni rumors legati alla vendita da parte della banca di rischi legati ai prestiti. Andiamo a vedere di cosa si tratta.

 

 

Unicredit: via rischio di credito da 8,5 miliardi

Secondo alcune indiscrezioni di stampa giunti nelle ultime ore, Unicredit starebbe lavorando a tre importanti accordi di trasferimento del rischio legati a prestiti sia di società italiane che tedesche, per un totale vicino agli 8,5 miliardi di euro. Nello specifico l’istituto guidato da Andrea Orcel, starebbe vendendo due SRT, ovvero significant risk transfer, legati a 3,5 miliardi di euro di contratti di leasing con aziende italiane e 2 miliardi di euro con piccole e medie imprese italiane. Inoltre la banca starebbe pensando di emettere SRT collegati a prestiti per 3 miliardi di euro alle PMI tedesche entro i prossimi mesi.

Ricordiamo che negli ultimi anni, con norme più severe relative ai requisiti patrimoniali imposti dalle autorità di regolamentazione, le banche hanno aumentato l’utilizzo degli SRT per sbloccare capitale che può essere riallocato in altre aree di attività. In questo modo gli SRT consentono alle banche di trasferire il rischio di credito a investitori esterni, liberando anche capacità di prestito.

Nel dettaglio questi possono essere tradizionali o sintetici. Con le transazioni tradizionali, la banca vende asset ed in questo modo beneficia non solo di una liberazione di capitale dovuta alla riduzione del bilancio ma anche di un afflusso di liquidità. Al contrario le transazioni sintetiche consentono alle banche di mantenere i prestiti sottostanti in bilancio, con il rischio del credito che viene trasferito tramite derivati o garanzie.

 

Azioni Unicredit: analisi tecnica e strategie operative

Andiamo ora a vedere come si è comportato il titolo nella seduta odierna. Con volumi superiori alla media giornaliera mensile è stata una giornata all’insegna degli acquisti per il titolo Unicredit, con i prezzi che chiudono sopra la soglia dei 34 euro. Dando seguito al rimbalzo di ieri, i corsi si sono portati sopra gli ex supporti situati nei pressi dei 33,50-33,60 euro oltre i quali dovremmo avere ulteriori allunghi fin verso la soglia dei 35 euro. Nel caso in cui anche tali aree resistenziali dovessero essere lasciate alle spalle e ne cui pressi troviamo la media mobile a 50 giorni, aumenterebbero le chance di andare a mettere sotto pressione i top di periodo situati sulla soglia dei 37 euro. Dal punto di vista operativo il superamento di questi ultimi livelli tornerebbe a rafforzare la struttura grafica, aprendo la porta a nuovi apprezzamenti fin verso la soglia dei 40 euro. 

Al contrario il ritorno dell’azione sotto i 33,5 euro, dovrebbe riportare le vendite con un primo obiettivo i 32,5 euro e successivamente i 31,60 euro. Dal punto di vista operativo una discesa sotto quest’ultimi livelli, potrebbe prima proiettare i prezzi verso la soglia dei 30 euro ed in seguito in direzione dei 28,20 euro. La violazione di questi supporti aumenterebbe le possibilità pet il titolo di andare a chiudere il gap-up, lasciato aperto lo scorso 5 febbraio in occasione dei dati di bilancio del 2023, in area 26,8 euro.

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